IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE – prima parte

Pentecoste, in Hymnarium, ms. membranaceo, inizi sec. XVI

 DON ENRICO FINOTTI

Sintesi della trasmissione andata in onda nella serata di lunedì 11 marzo 2019 a Radio Maria.

1.  Il «mistero» della Confermazione

Per avere una retta comprensione del sacramento della Confermazione (o della Cresima) è necessario individuare quale sia l’evento di grazia soprannaturale che questo specifico sacramento celebra e trasmette ai cresimandi. Tale evento è testimoniato nelle Sacre Scritture ed è duplice:

  • la «teofania» presso il fiume Giordano dopo il battesimo del Signore, quando lo Spirito Santo in forma come di colomba discese sul Salvatore appena dopo la sua uscita dalle acque.
  • La Pentecoste, quando gli Apostoli riuniti con Maria nel cenacolo furono pieni di Spirito Santo, che come lingue di fuoco si posò su ciascuno di loro e, da Lui corroborati, uscirono nelle piazze di Gerusalemme per l’annunzio missionario del Vangelo.

Qual è il senso di questi eventi?

La «Teofania» al Giordano. Il Signore Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo e sempre in perfetta e continua unità con la Persona divina del Padre e con quella dello Spirito Santo, in quanto uomo e riguardo alla sua natura umana assunta dalla Vergine Maria, riceve dal Padre, mediante l’effusione dello Spirito Santo, una solenne consacrazione ed investitura pubblica che lo accredita davanti a tutto il popolo come il Messia atteso che ora si accinge a compiere l’opera della nostra redenzione con la compiacenza del Padre e nella potenza dello Spirito Santo.

Da questo momento il Salvatore esce dal silenzio della sua vita privata vissuta per trent’anni in Nazareth e intraprende la sua vita pubblica, annunziando con autorità divina la «buona novella del Regno di Dio», compiendo con virtù divina i suoi miracoli, chiamando con un libero e sovrano discernimento i suoi apostoli a seguirlo e ingaggiando un crescente combattimento contro il «principe di questo mondo» il diavolo che già vince nelle tentazioni subite nel deserto.

La Pentecoste. In analogia con la vita del Signore, anche la Chiesa, già da Lui istituita, purificata nel lavacro della rigenerazione (cfr. Gv 3, 22), istruita con cura dalla sua Parola divina e nutrita col suo Corpo e col suo Sangue nell’ultima Cena, nel giorno di Pentecoste riceve con potenza il dono dello Spirito Santo, già accordato subito dopo la sua risurrezione alla sera di Pasqua quando alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo…».

Da questo giorno la Chiesa esce dal silenzio del cenacolo dov’era riunita per paura dei Giudei e con coraggio (parresia) e convinzione profonda, per bocca di Pietro, annunzia alle genti, che riunite in Gerusalemme, rappresentavano tutti i popoli della terra, l’unico nome dato agli uomini in cui avere la salvezza, Cristo Gesù, proclama con forza il suo Vangelo, chiama alla conversione, conferisce il battesimo della rigenerazione e inizia quella lotta contro il demonio che segnerà l’intero cammino della Chiesa nei secoli fino al ritorno glorioso del suo Signore.

Sia nell’evento del Giordano riguardo al Signore, sia in quello della Pentecoste riguardo alla Chiesa possiamo individuare delle caratteristiche comuni e costanti, che sono frutto del dono dello Spirito Santo. Si tratta di una missione pubblica, ufficiale, personale (convinta), militante (apologetica):

  • pubblica: davanti a tutto il popolo e per tutto il popolo;
  • ufficiale: compiuta con autorità divina, con l’accredito del Padre verso il suo Figlio unigenito (cfr. Mt 3, 17) e con l’invio da parte del Figlio dello Spirito Paraclito, secondo la promessa (cfr. Gv 16,7);
  • personale: il Figlio, Gesù Cristo, parla con un’autorità che nessun altro possiede (cfr. Gv 7,46) e da lui esce una potenza che guarisce tutti (cfr. Lc 6,19); gli Apostoli sono intimamente coinvolti in ciò che annunziano e lo proclamano con una convinzione e una fortezza soprannaturali;
  • militante: sia il Signore che gli Apostoli non solo dichiarano la verità, ma colpiscono l’errore e il peccato, invitano alla conversione e difendono con coraggio la Parola annunziata contrastando l’opera del demonio.

2.  Il «sacramento» della Confermazione o Cresima

Quell’effusione dello Spirito Santo, che ricevette il Signore dopo il suo battesimo al Giordano e che consacrò gli Apostoli nel giorno di Pentecoste, viene accordata realmente ed efficacemente ad ogni cristiano mediante il Sacramento della Confermazione o Cresima. Infatti il papa Paolo VI nella Costituzione apostolica con la quale promulga il nuovo rito della Confermazione afferma:

«Con il sacramento della Confermazione, coloro che sono rinati nel Battesimo, ricevono il dono ineffabile, lo Spirito Santo stesso, per cui sono arricchiti di una forza speciale, e, segnati dal carattere del medesimo sacramento, sono collegati più perfettamente alla Chiesa mentre sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere, con la parola e con l’opera, la loro fede, come autentici testimoni di Cristo»[1].

Il Codice di Diritto Canonico a proposito del Sacramento della Confermazione dichiara:

«Il sacramento della confermazione, che imprime il carattere e per il quale i battezzati, proseguendo il cammino dell’iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa, corrobora coloro che lo ricevono e li obbliga più strettamente ad essere con le parole e le opere testimoni di Cristo e a diffondere e difendere la fede» (Can. 879).

La tradizione teologica e catechistica della Chiesa, per esporre la dottrina di un sacramento e per comprendere adeguatamente il rito liturgico con cui si conferisce, distingue tre aspetti essenziali: la materia, la forma e il ministro.

La materia riguarda i gesti e i simboli esteriori che la Chiesa usa per significare e trasmettere la grazia interiore specifica di ciascun sacramento; la forma sono le parole stesse che accompagnano la materia e definiscono il significato preciso dell’azione che si compie; il ministro é la persona a cui compete celebrare e conferire un sacramento.

Materia del sacramento della Confermazione è l’imposizione della mano unita all’unzione della fronte col sacro Crisma (olio di oliva misto a balsamo profumato).

E’ vero che in origine il sacramento della Confermazione veniva conferito con la sola imposizione delle mani da parte degli Apostoli. Infatti Paolo VI nella suddetta Costituzione apostolica afferma:

«Fin da quel tempo gli Apostoli, in adempimento del volere di Cristo, comunicavano ai neofiti, attraverso l’imposizione delle mani, il dono dello Spirito, destinato a completare la grazia del Battesimo (cfr. At 8, 15-17; 19, 5 ss.). Questo spiega perché nell’epistola agli Ebrei viene ricordata, tra i primi elementi della formazione cristiana, la dottrina dei battesimi e anche dell’imposizione delle mani (cfr. Eb 6, 2).E’ appunto questa imposizione delle mani che giustamente viene considerata dalla tradizione cattolica come la prima origine del sacramento della Confermazione, il quale rende, in qualche modo, perenne nella Chiesa la grazia della Pentecoste».

Successivamente la Chiesa, soprattutto orientale, ha voluto arricchire il semplice gesto dell’imposizione delle mani con l’unzione eloquente con l’olio profumato, detto «Crisma». Da quel momento il sacramento ha una duplice materia , l’imposizione della mano e l’unzione, che intrecciate insieme significano e comunicano il dono dello Spirito Santo. Il Crisma, infatti, allude a quella mistica unzione che spesso viene ricordata nella Sacra Scrittura e che é contenuta nel significato etimologico del termine Cristo = unto (in ebraico Messia). Il cresimato diventa in tal modo un alter Christus, ossia unto di Spirito Santo come il Signore Gesù. Anche il buon profumo che il balsamo emana ricorda il profumo di Cristo che deve emanare dal cresimato e quella testimonianza coraggiosa che egli deve diffondere con la pubblica professione della fede e con le sue buone opere

L’unzione quindi non é un semplice rito esplicativo del sacramento ma la materia stessa, che in unione indissolubile con l’imposizione delle mani, é necessaria per la validità della Confermazione. Ed ecco che nel Diritto Canonico vigente si afferma:

Can. 880 – § 1. Il sacramento della confermazione viene conferito mediante l’unzione del crisma sulla fronte, unzione che si fa con l’imposizione della mano e con le parole prescritte nei libri liturgici approvati.

Forma del sacramento della Confermazione sono le parole che indicano con precisione il significato del gesto (imposizione della mano con l’unzione) e quindi «l’essenza stessa del rito sacramentale» (Cfr. Costituzione Apostolica).  Afferma la Costituzione Apostolica:

«Il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano, e mediante le parole: Accipe signaculum doni Spiritus Sancti (Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti é dato in dono)».

La formula mette in luce da un lato il dono gratuito dello Spirito Santo, dall’altro quel carattere (sigillo) indelebile che lo Spirito imprime nell’anima del cresimato e che esclude che il sacramento sia reiterato: il cristiano é segnato dal carattere crismale una sola volta e per sempre.

Ministro ordinario del sacramento della Confermazione é il Vescovo e in modo straordinario e delegato può essere anche il presbitero:

Can. 882 – Ministro ordinario della confermazione é il Vescovo; conferisce validamente questo sacramento anche il presbitero provvisto di questa facoltà in forza del diritto comune o per speciale concessione della competente autorità.

Che il Vescovo sia il ministro ordinario lo si evince dal fatto che il conferimento della Cresima da parte di un presbitero non autorizzato risulta non solo illegittimo ma anche invalido.

Occorre vigilare affinché il conferimento della Cresima non venga delegato ai presbiteri con troppa facilità, senza una vera necessità. Infatti é un’opportunità quanto mai legittima che ogni cristiano possa completare la propria iniziazione cristiana con un incontro personale col Vescovo al quale spetta il compito di porre il sigillo all’edificazione delle «pietre vive» della Chiesa.

Il rapporto della Confermazione con il Vescovo si manifesta dall’antica disciplina secondo la quale spetta al Vescovo consacrare solennemente il santo Crisma nella Missa chrismatis del giovedì santo. Per questo il Codice di Diritto Canonico stabilisce che:

Il crisma da usarsi nel sacramento della confermazione, deve essere consacrato dal vescovo, anche se il sacramento viene amministrato dal presbitero.

Il Concilio Tridentino volle definire in tre Canoni alcuni aspetti fondamentali del Sacramento della Confermazione:

  1. Se qualcuno afferma che la confermazione dei battezzati é una cerimonia inutile, e non, invece, un vero e proprio sacramento o che un tempo non era altro che una forma di catechesi, nella quale quelli che si avvicinavano all’adolescenza rendevano conto della propria fede dinanzi alla Chiesa: s. a.
  2. Se qualcuno afferma che ingiuriano lo Spirito Santo quelli che attribuiscono qualche efficacia al crisma della confermazione: s. a.
  3. Se qualcuno afferma che il ministro ordinario della confermazione non é solo il Vescovo, ma qualsiasi semplice sacerdote: s. a.[2] 

[1] Cfr. PAOLO VI, Costituzione Apostolica Divinae consortium naturae, 15 agosto 1971.

[2] Concilium Tridentinum, Sessione VII, 3 marzo 1547, Primo decreto [I sacramenti], in Conciliorum Oecumenicorum Decreta, EDB, 1991, p. 686.

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