LITURGIA O ANARCHIA?

 A CURA DELLA REDAZIONE

Quando in parrocchia ci si raduna per preparare le celebrazioni e si vuole richiamare all’osservanza delle norme liturgiche ci si sente accusare di formalismo e si rischia di non capirsi più. Come fare per convincere che la liturgia non è anarchia? (un ministro straordinario della liturgia)

 Con anni di martellante linguaggio antirubricista e di insistenza sulla creatività, come stile del celebrare, si è scardinata la mentalità e la capacità di una serena fedeltà alle norme liturgiche stabilite dalla Chiesa, creando un clima di disagio verso tutto ciò che è normato, sostituendolo con abituali interventi, variazioni, semplificazioni, aggiunte a discrezione del celebrante. I libri liturgici sono stati intesi come un canovaccio da usare liberamente, caso per caso, nelle varie circostanze celebrative. In tal modo è diventato privo di senso il lavoro, competente e laborioso, di precise formulazioni da parte della Chiesa, in quanto, con estrema superficialità, si manipolano riti e testi liturgici, motivando la cosa come necessaria per essere attenti alla ‘vita’ e comprensibili dalla gente. In realtà avviene la sostituzione del ‘noi’ al mistero e all’azione del Signore e della sua Chiesa.

Nella nostra parrocchia la Settimana Santa è riuscita molto bene, ma i giovani erano assenti e i loro incontri sono stati alternativi. La normale liturgia è solo per gli anziani? (un giovane)

La ‘pastorale giovanile’ non può ammettere il capriccio e non può rimandare ad una presunta futura maturazione che non verrà mai. Se non si inizia subito ad introdurre i bambini e i giovani nella esperienza delle leggi rituali e liturgiche, atte ad educare alla spiritualità, alla proprietà, alla vera devozione, domani avremo un popolo di Dio inetto alle leggi fondamentali della vita interiore e del culto liturgico. Credere che lo spontaneismo sia autenticità è come affermare che il selvatico produca frutti buoni. In fondo non è altro che negare esistenzialmente il dogma del peccato originale.

Tutti sono d’accordo sulla formazione liturgica, ma c’è una grande confusione sul tipo di formazione e su chi deve formare. Spesso il riferimento al Magistero della Chiesa è visto con sospetto. Così le nostre liturgie contengono di tutto e il contrario di tutto. Vorrei capire di più. Grazie! (un corista)

Coloro che attentamente e regolarmente hanno seguito con intelligenza e spirito religioso di obbedienza, senza indulgere a pregiudizi di sorta, lo sviluppo dei documenti magisteriali post-concilari, soprattutto del papa Paolo VI, hanno potuto constatare la gradualità, la prudenza e l’equilibrio dottrinale e pastorale impressi alla attuazione della riforma liturgica. Purtroppo molti, accantonato l’ascolto del Magistero del Papa, si sono acriticamente abbeverati a scuole, movimenti e comportamenti estranei al pensiero della Chiesa o comunque difformi dal modo di intendere la liturgia, proprio della Chiesa. Da ciò deviazioni di ogni genere e incalcolabile perdita di tempo e di floride energie. Per questo oggi ci si trova davanti ad un nuovo, urgente appello alla formazione sui documenti autentici del Concilio e sulle edizioni tipiche dei libri liturgici riformati. 

 

In realtà, negli abusi liturgici, avviene la sostituzione del ‘noi’ al mistero e all’azione del Signore e della sua Chiesa.

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