LA LITURGIA DELLE ORE IN PARROCCHIA

 

A CURA DELLA REDAZIONE

Nelle lezioni formative per le guide liturgiche straordinarie,  il docente ha parlato con tanta insistenza sulla Liturgia delle Ore. Ma ci riesce alquanto difficile realizzarlo in comunità. O meglio, è partecipato in quei giorni nei quali è presente il parroco. Quando invece ci siamo noi come laici spesso ci si deve accontentare di recitarlo da soli. Andare avanti? Come?

E’ certo che la celebrazione della Liturgia delle Ore in parrocchia deve essere ben organizzata. Come? Costituendo un gruppo stabile per questo peculiare servizio. Come vi è il Consiglio pastorale, i catechisti, la corale, la charitas, ecc., così vi deve essere, non una generica commissione liturgica, che promuove la liturgia in generale, ma uno specifico gruppo addetto alla celebrazione regolare della Liturgia delle Ore. Inoltre, come ogni associazione parrocchiale è orientata al bene comune dell’intera comunità, così questo gruppo è costituito per tener viva la preghiera, non solo a nome dell’intera comunità locale, ma anche di tutta la Chiesa. Questo senso di rappresentanza impegna a realizzare un servizio liturgico aperto a tutti i fedeli, che intendessero partecipare, senza inconsistenti chiusure. Anzi deve il più possibile essere una forza di richiamo affinché un numero di fedeli il più possibile ampio partecipi all’Ufficio di lode.

Il gruppo è formato da uomini e donne, religiosi e laici, che danno il loro nome per il servizio richiesto. Si dovrà scrivere una turnazione regolare, distribuire i compiti (guida, lettore, cantore, ecc.) e stabilire dei regolari incontri di formazione per l’abilitazione ad una celebrazione competente, degna e devota.

Quante associazioni, nella secolare storia delle nostre parrocchia hanno sostenuto, con forme e statuti diversi, molteplici iniziative oranti! Si pensi alle note Confraternite con i loro impegni specifici in ordine ad importanti esercizi di culto. In epoche nelle quali i pii esercizi del popolo cristiano in qualche modo sostituivano la liturgia, tali associazioni furono determinanti nella crescita spirituale della nostra gente: le Quarantore e le processioni eucaristiche, il rosario e le processioni mariane, le pratiche devozionali verso i Santi e il suffragio per i defunti, ecc.. Tutto questo patrimonio non deve essere disperso, come purtroppo avvenne in un malinteso postconcilio, ma riqualificato e potenziato. Ebbene il Concilio Vaticano II ci chiama ad ulteriore passo di qualità: elevare il popolo alla liturgia e condurlo a celebrarla nel modo più integro e completo possibile. La liturgia non rinnega i precedenti pii esercizi, sempre raccomandati dalla Chiesa, ma ora chiede di essere essa stessa privilegiata e assunta da quel popolo che, per il Battesimo e la Confermazione, ne è il legittimo celebrante. Ciò è conforme all’antica e perenne tradizione, che il Concilio Vaticano II ha inteso riprendere su solide basi dottrinali e rilanciare in una rinnovata pastorale:

Così avvenne che il Concilio venne a trattare della Liturgia in genere e della preghiera delle ore in particolare  con tale ampiezza e accuratezza, con tale impegno e frutto, che ben difficilmente si può riscontrare qualcosa di    simile in tutta la storia della Chiesa (LC, Introduzione).

La sfida è aperta. A ciascuna comunità spetta la risposta, sotto la guida illuminata e lo zelo dei suoi pastori.

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