IL SILENZIO E LA DEVOZIONE…

 

In passato i sacerdoti mostravano un rispetto sacro delle norme liturgiche e traspariva in loro il timore di non averle osservate in modo preciso. Questo loro esempio suscitava anche in noi fedeli i medesimi sentimenti e si stava in chiesa in silenzio e con devozione. Oggi non esiste più niente di questo. Va bene tutto e il suo contrario e qualora si dovessero fare delle osservazioni si è pure rimproverati (Un sacrista).

Questa situazione è il sintomo della caduta totale del diritto liturgico, che non risparmia gli edifici e i luoghi di culto; i ministri sacri nel loro abbigliamento, linguaggio e comportamento; i riti con le loro leggi, ritmi e simboli; ecc. Tutto è abbandonato ad uno spontaneismo senza freno, che viene pure ritenuto liberante e autentico. In realtà il sacrum liturgico viene sostituito fatalmente dal più gretto costume profano intessuto di secolarizzazione e di luoghi comuni propri della mentalità mondana e terrenista. Il collasso del soprannaturale è drammatico e il respiro dell’eterno è estinto. Il funzionalismo esasperato di una prassi sociologica travolge ogni prospettiva mistica e la salus animarum lascia il posto alla ‘promozione umanitaria’ di un mondo senza Dio e chiuso nell’orizzonte materiale.

Come uscire da questa situazione? Con una coraggiosa e precisa osservanza del diritto liturgico.

Quando in un campo riarso la terra sterile non produce più niente se non sterpi, basta una copiosa irrigazione perché riprenda vita e la vegetazione diventi rigogliosa. Così se sul terreno sterile di una liturgia profanata e secolarizzata si riprende con determinazione ad osservare il diritto liturgico in ogni sua parte subito la celebrazione si rianima, si riveste di sacralità e trasmette con mirabile efficacia la Grazia divina.

Il diritto liturgico, infatti, è il canale della grazia soprannaturale, che si riversa copiosa attraverso le mediazione dei riti e delle preci stabilite dal Signore e dalla sua Chiesa.

Allora quando i luoghi sacri saranno avvolti dal silenzio, i sacri ministri rivestiti con i loro nobili abiti liturgici, i riti svolti con gravità interiore ed esteriore, le preci elevate con solenne maestà, i canti e la musica ispirati alla verità e alla santità del dogma; quando ogni cosa sarà resa docile al diritto stabilito da Dio e conforme alla tradizione ricevuta dai Padri come parte sostanziale del depositum fidei; allora il popolo cristiano sarà rispettato nei suoi diritti di popolo sacerdotale e sarà condotto da pastori fedeli a risalire dalle cose visibili fino alla contemplazione di quelle eterne. 

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